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Privacy? Non per l’impero!

27 Gennaio 2008 da Emilio Conti

Due giorni fa è stata pubblicata, da tutta la stampa, la notizia che il garante della privacy ha intimato ai gestori di connettività di cancellare le informazioni, conservate in modo illegittimo, riguardanti i siti internet visitati dagli utenti. Tempo concesso: due mesi.

Un normale cittadino legge questa notizia e pensa: “Però, che duro questo garante! Pronto a sfidare Telecom, Vodafone, Wind e H3g per garantire noi consumatori! La nostra privacy è salva”.

Una quindicina di giorni fa, tutti coloro che posseggono un conto corrente bancario avranno ricevuto l’estratto conto di fine anno. Allegata al documento contabile è probabile che abbiano trovato anche una lettera informativa, almeno questo è quello che hanno fatto gli istituti di credito più seri, con la quale si avverte il correntista di quanto segue:

  • Dal 1° gennaio 2008 tutti i bonifici nazionali verranno effettuati utilizzando il codice IBAN in sostituzione dei precedenti ABI, CAB e nr. di conto corrente;
  • I trasferimenti di fondi dovranno essere corredati dai dati informativi completi dell’ordinante;
  • Le operazioni bancarie internazionali potranno essere effettuate solo tramite S.W.I.F.T.

Per quanto riguarda il primo punto non ci sarebbe niente da dire. Si vuole che si usi l’IBAN al posto di ABI e CAB? Non c’è nessun problema. Il punto due già suscita qualche perplessità: cosa si intende esattamente con “dati informativi completi”? Anche il terzo punto lascia qualche dubbio. Come mai a fronte delle precedenti tre (o quattro) modalità per effettuare un’operazione bancaria internazionale adesso questa è consentita solo per mezzo dello S.W.I.F.T.?

Cosa centra tutto questo con la privacy? Come stanno insieme un’informativa bancaria con il fatto che il garante vuole che i provider di connettività non registrino i dati di navigazione degli utenti? E’ presto detto.

Nella parte finale dell’informativa si può leggere quanto segue (riporto integralmente):

Sono emerse inoltre, due circostanze su cui desideriamo informarLa:

  • tutti i dati della clientela utilizzati per eseguire (tutte) le predette transazioni finanziarie attualmente vengono – per motivi di sicurezza operativa – duplicati, trasmessi e conservati temporaneamente in copia da SWIFT in un server della società sito negli Stati Uniti d’America;
  • i dati memorizzati in tale server sono utilizzabili negli USA in conformità alla locale normativa. Competenti autorità statunitensi (in particolare, il Dipartimento del Tesoro) vi hanno avuto accesso – e potranno accedervi ulteriormente – sulla base di provvedimenti ritenuti adottabili in base alla normativa USA in materia di contrasto del terrorismo.

Cosa significa tutto questo? Che se fate un bonifico per pagare le spese condominiali o la retta per il vecchio genitore ospite di un istituto per anziani, ci sarà qualcuno negli USA che ne verrà a conoscenza. Mandate dei soldi al figlio studente universitario che sta seguendo dei corsi all’estero (Erasmus)? Idem! E poi il nostro garante si preoccupa dei dati delle nostre navigazioni Internet? Dov’era l’esimio signore quando la Comunità Europea si prostrava umilmente di fronte alle richieste degli Stati Uniti? Se la scusa (e di scusa si tratta) è la lotta al terrorismo, bastava conservare i dati delle transazioni bancarie su un server in Europa e non negli USA. In caso di necessità, leggi inchieste, gli USA avrebbero potuto richiedere informazioni mirate che le sarebbero state fornite senza alcun problema. Altra domanda: per quanto tempo verranno conservati i dati? Che garanzie ha il cittadino europeo (e quindi anche italiano) che i suoi dati verranno effettivamente cancellati dopo il tempo previsto?

Ma quello che sconcerta maggiormente è che questo fatto non ha avuto la meritata visibilità sulla stampa, nonostante l’attacco inaudito alla privacy dei cittadini. Anzi, per quanto mi riguarda, la notizia è stata alquanto minimizzata (almeno per quanto concerne le conseguenze di una simile decisione). Le uniche notizie e commenti in merito li ho trovati qui.

Riepiloghiamo. Visitate un sito pornografico? Niente paura (giustamente, a meno che non siate dei pedofili), nessuno lo saprà. Mandate 50 euro con bonifico a qualche Organizzazione Non Governativa, magari non troppo amata dagli americani? Aspettativi di avere la casa bombardata da qualche missile “intelligente”. Bella privacy.

Consiglio: prendete tutti i vostri risparmi e metteteli in una banca svizzera.

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Qui trovate la copia dell’informativa, di cui si è parlato in questo post, che ho ricevuto dalla mia banca.

 

 

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