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Il Pd lancia la sua piattaforma, può votare anche il boia di Riga

31 Ottobre 2013 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – www.alessandrorobecchi.it

La tecnologia fa passi da gigante, chi si ferma è perduto, chi non riesce a stare al passo con l’innovazione rischia di soccombere. Per questo tutti i maggiori partiti stanno mettendo a punto i loro nuovi Sistemi Operativi. Eccoli nel dettaglio.
Movimento 5 Stelle. Il nuovo Sistema Operativo prevede che un elettore possa dire la sua sulle proposte di legge dei parlamentari. Dire mi piace, non mi piace, proporre modifiche, segnalare errori. Alla fine di questo lungo iter, il parlamentare presenta la proposta di legge come pare a lui. Si chiama democrazia liquida, nel senso che c’è chi se la beve. Si tratta di un sistema chiuso: possono intervenire solo quelli iscritti fino a una certa data, che hanno mandato documento, numero di scarpe, nome della suocera e una foto delle vacanze. La piattaforma è molto intuitiva, nel senso che si intuisce che alla fine si farà quello che piace a Beppe Grillo. La partecipazione è gratuita, a legge approvata, a seconda del proprio contributo, si riceverà una spilletta con la scritta “Casaleggio ha ragione”.
Partito Democratico. Nel caso del Pd, invece, il Sistema Operativo è apertissimo, open source, come si dice, cioè aperto ai contributi di tutti. Alle primarie per scegliere il segretario voteranno gratis gli iscritti e pagando due euro tutti gli altri, compresi il Boia di Riga, Renato Brunetta, la Pascale, Briatore e Homer Simpson. E’ un po’ come se nel vostro condominio l’amministratore potesse essere votato dagli inquilini del palazzo di fronte, che potrebbero decidere di abbattere casa vostra. Principale beneficiario del nuovo sistema operativo Pd sarebbe un egocentrico giovane fiorentino, che ama circondarsi di simboli anni ’50 e ’60 e fare discorsi economici anni ’80. Se installato, il nuovo Sistema Operativo promette di dare 100 euro a ogni utente, proprio come i siti di scommesse che ti regalano qualche spicciolo per farti giocare di più e spellarti con comodo. Il Sistema Operativo entrerà in funzione a pieno regime l’8 dicembre, data in cui comincerà a intaccare il Sistema Operativo del governo Letta.
Popolo delle Libertà. Qui l’aggiornamento del Sistema Operativo è addirittura radicale, a partire dal nome (si chiamerà Forza Italia, un ritorno ai vecchi Commodore). Si abbandonano i collegamenti senza fili e si ripristinano comandi più tradizionali, come il guinzaglio, per periferiche come Angelino Alfano. Il sistema ha qualche problema, per esempio contiene ancora qualche virus, tipo il temibile Formigoni, il tribunale di Napoli e la legge Severino, in grado di creare conflitti interni e compromettere il funzionamento complessivo della macchina, e che l’antivirus Verdini non è ancora riuscito a debellare. E’ un Sistema Operativo molto chiuso, che dopo il voto sulla decadenza del microprocessore sarà chiusissimo, oppure dedicato ai servizi sociali. Sul salvaschermo c’è un cagnolino. Tutto è gestito da un piccolo microprocessore e, a partire dall’8 dicembre, da sua figlia che il reparto Ricerca & Sviluppo sta testando in un luogo segreto.
Scelta Civica. Qui c’è molto da lavorare. Il vecchio Sistema Operativo, il Monti 1.0, è andato in crash a causa del conflitto con il Casini 2.1 Paracul Edition. Per ora il sistema è in stand-by e sullo schermo compare la scritta “Attendere prego. Alcune periferiche preferirebbero il Sistema Operativo di Forza Italia, del quale potrebbero persino evitare la decadenza nella speranza di prendere il posto del piccolo microprocessore, se sua figlia si ostina a non farsi installare.

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