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Con le mani sul fuoco e i piedi nel decreto

22 Febbraio 2010 da Emilio Conti

di Alessandro Robecchi – http://www.alessandrorobecchi.it

Silvio Berlusconi è pronto a mettere una mano sul fuoco per Letta e un’altra mano sul fuoco per Bertolaso. Quindi presto avremo un presidente del consiglio senza mani e serpeggerà il panico tra le manicure del Presidente che vedranno sfumare la loro candidatura alle regionali.

Per solidarietà, il ministro della giustizia scriverà i decreti con i piedi, come quello anticorruzione, per esempio, che è entrato in consiglio dei ministri come una rivoluzione, dieci minuti dopo era una bozza, poi uno straccio, e alla fine era ridotto in coriandoli che i ministri si tiravano in faccia facendo il trenino. Come vedete, è un’emergenza. Ora chi scriverà il decreto è tutto da vedere, ma magari qualche cognato si trova, in cambio di due massaggi al centro benessere, o un appaltino per un grande evento. Pare già di leggere le intercettazioni: “Guarda che per la costruzione del decreto contro la corruzione i costi stanno lievitando, ma se fai un regalo a Tizio, presti l’elicottero a Caio e trovi due signorine per Sempronio posso farti approvare il progetto”.

Del caso si occuperà la magistratura, ma resta il problema dei senzatetto. Dove andranno gli imputati di corruzione del PdL se per loro il Parlamento o Palazzo Chigi verranno dichiarati inagibili? Si pensa a casette prefabbricate. E poi bisogna decidere dove farlo, questo benedetto decreto anticorruzione: alla Maddalena, e poi spostarlo a L’Aquila? Oppure a Roma, nelle piscine dei mondiali di nuoto, ma in questo caso ci vuole un reggiseno stretto tipo brasiliano. Vedete anche voi che serve un soggetto attuatore che controlli la regolarità dei lavori, un controllore che sia molto vicino ai controllati, cosa comoda anche per i carabinieri quando vanno a prenderli. La materia è delicata, serve competenza, serve esperienza, serve il governo del fare. Logica vorrebbe che un decreto contro la corruzione lo scrivesse direttamente un imputato di corruzione in atti giudiziari. Tutti d’accordo, allora. Ma come fa, senza mani?

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