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Bilancio di un Comune – Il Patto di stabilità

25 Agosto 2010 da sgur_di_tri

Cos’è il Patto di stabilità, di cui tanto si parla sui giornali e in tv? Tanto per iniziare, possiamo vederlo da due punti di vista: dalla parte di un Sindaco e dalla parte di un funzionario del Ministero dell’Economia.

Un Sindaco direbbe che il Patto di stabilità è un marchingegno burocratico che limita l’operatività dei Comuni, mentre il funzionario ministeriale direbbe invece che è uno strumento indispensabile per garantire il rispetto dei parametri definiti a livello europeo.1

Ebbene, tutte e due avrebbero ragione perché, se da un lato il Patto di stabilità è un insieme di rigidi controlli che i Comuni devono rispettare, dall’altro esso ha origine europea, derivato da un accordo fra i Paesi UE per controllare le politiche di bilancio (deficit e debito pubblico) dei Paesi membri.
Ma cosa c’entrano gli Enti locali, e quindi i Comuni, con deficit e debito pubblico?

Semplicemente perché, anche i Comuni (al pari dello Stato, e in quanto componenti della Pubblica Amministrazione) potrebbero avere un deficit (disavanzo) nel proprio bilancio e possono anche indebitarsi (mutui/prestiti),2 concorrendo in tal modo al superamenti dei parametri europei di cui abbiamo fatto cenno.

Ma il Patto di stabilità, così come è stato predisposto in Italia, è stato, ed è, duramente criticato da tutte le parti politiche in quanto ritenuto “sbagliato” e da correggere. Ecco, per capire meglio, una brevissima cronistoria.

Dal 1997, con l’introduzione del Patto di stabilità i Comuni hanno regole che impediscono loro di produrre deficit. Poi, negli ultimi 10 anni il Patto di stabilità è stato più volte modificato: dal 2002 al 2006 si sono obbligati i Comuni a ridurre le spese senza tener conto delle entrate, e dal 2007, invece, si è dato come obiettivo quello del miglioramento dei saldi, ovvero la differenza tra le spese e le entrate (vedi i commi 676/684 della Legge 296/2006 – Legge Finanziaria 2007 e successive modificazioni).

Norme che tutti i Comuni (con popolazione superiore a 5000 abitanti) indistintamente devono applicare, norme che quindi non guardano se un Comune ha già migliorato i propri saldi (e più di così non potrebbe fare). Evidentemente servirebbe un Patto di stabilità diverso.

Per questo da più parti ci si augura che l’attuale Patto di stabilità venga modificato, affinché diventi uno strumento non fatto da norme generalizzate, ma che, con parametri precisi, sappia riconoscere i Comuni che gestiscono in modo corretto il proprio bilancio (poco indebitamento, una spesa del personale contenuta ed una buona autonomia finanziaria).

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A titolo puramente informativo, a dimostrazione dei rigidi controlli a cui sono sottoposti i Comuni affinché rispettino il Patto di stabilità, vogliamo evidenziare che, nel novembre 2006, anche il Comune di Belgioioso è stato oggetto di una segnalazione da parte della Corte dei Conti – Sezione Regionale di controllo della Lombardia.3

  1. Rapporto Indebitamento netto della Pubblica Amministrazione/PIL inferiore al 3% e rapporto Debito pubblico della Pubblica Amministrazione/PIL convergente al 60%. []
  2. Tanto per stare in tema, è proprio di questi giorni (vedi qui) l’allarme lanciato dalla Corte dei Conti sull’aumento dell’indebitamento dei Comuni (vedi qui la Relazione completa. []
  3. Vedi Delibera 201/2006 []

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