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Campagna elettorale e gestione acqua

7 Aprile 2019 da Emilio Conti

Devo riconoscerlo: la questione del passaggio della gestione dell’acqua potabile da Broni-Stradella a Pavia Acque, avvenuta ad inizio del corrente anno, mi era completamente sfuggita. Adesso che è iniziata la campagna elettorale l’argomento è stato messo in luce soprattutto per quanto riguarda il probabile, e per alcuni esorbitante, aumento del prezzo dell’utenza.

Non c’è bisogno di dire che di fronte a queste obiezioni la lista Crescere Insieme del sindaco uscente Rogato si sia sentita in dovere di intervenire (si ricorda che il passaggio da Broni-Stradella a Pavia-Acque è stato fatto dall’attuale amministrazione) con un volantino con il quale si invitava la popolazione belgioiosina ad un’assemblea chiarificatrice e nello stesso tempo si denunciavano le presunte falsità messe in circolazione.

Dichiaro subito di non aver partecipato a quell’assemblea tenutasi il 4 aprile scorso perché andare a sentire la parte in causa, vale a dire Pavia-Acque in evidente conflitto d’interessi, lo trovo un esercizio al limite del masochismo. C’è qualcuno veramente in buona fede che pensa che Pavia-Acque potesse mettere in evidenza eventuali aspetti negativi?

Più interessante mi sembra invece l’analisi del volantino (il cui recto potete vedere qui e il verso qui) dove si denunciano quelle che dovrebbero essere verità e/o falsità. Una delle principali falsità enunciate sarebbe quella del “raddoppio del costo”. Ora per testimonianza diretta di un mio parente che abita in un comune dove il servizio è gestito proprio da Pavia-Acque vi posso assicurare che quegli abitanti non sono troppo contenti (e uso un eufemismo) e che comunque il servizio è piuttosto caro. Magari non raddoppierà ma l’aumento verosimilmente ci sarà e lo si può dedurre leggendo tra le righe quanto spiegato nel volantino che cito testualmente “E’ VERO che: da oggi, l’applicazione delle tariffe scaglionate1 agevolerà i bassi consumi, mentre il bonus idrico andrà in soccorso alle utenze disagiate, consentendo di ridurre i costi rispetto alla gestione precedente“. Prima domanda: in che misura il bonus idrico inciderà sulle utenze più disagiate?  Seconda: con quale criterio si individueranno tali categorie? Ma la vera questione sta nell’aggettivo scaglionato: quanti scaglioni, quali saranno i mc. per ciascun scaglione e, soprattutto, qual è il costo al mc. per ogni scaglione? Un piccolo spazio per una tabella sul volantino ci sarebbe stato sicuramente. Ora, premesso che personalmente questi giochi di parole li considero armi di distrazione di massa, supponiamo che tutto ciò sia fatto per il bene del cittadino, lo scaglionamento dei consumi risulta essere discriminante.

Infatti, per poter gestire coerentemente il proprio consumo idrico è necessario che l’utente disponga di un proprio contatore e ciò è possibile solo nelle abitazioni indipendenti o semi-indipendenti o nei condomini costruiti recentemente dove ogni appartamento è dotato del proprio contatore. Ma nei condomini più datati, come in quello dove abito, esiste un solo contatore generale e la ripartizione dei costi per i vari appartamenti avviene con varie metodologie che però non permettono al condomino il controllo diretto sul suo consumo e di adeguare di conseguenza il proprio comportamento. Presumibilmente, in base a quanto affermato nel volantino, io sarei un utente che beneficerebbe dello scaglionamento tariffario, infatti, per più di sei mesi quindi più del 50% del tempo, non lo passo a Belgioioso e, oltretutto quando ci abito, è da alcuni anni che non uso l’acqua dell’acquedotto per cucinare (per i noti motivi di inquinamento delle falde). Per i motivi sopra esposti, sicuramente io apparterrei alla categoria dei consumatori virtuosi . . . solo che non lo posso dimostrare. Cosa farà Pavia-Acque? Verrà ad installarmi un paio di contatori in appartamento accollandosi le spese di muratura? Qualcuno dirà che potrei essere un’eccezione e che quindi non appartenendo alla “maggioranza” saranno ben cavoli miei. Solo che nelle mie condizioni ci sono diverse persone. E per queste la discriminazione c’è.

Ma c’è un’altra questione ben più rilevante che la maggioranza dei Comuni italiani sembra dimenticare e che anche la nostra amministrazione s’è scordata. La memoria corta dei politici locali sembra essersi scordata, salvo rare eccezioni che menzionerò, che qualche anno fa c’è stato un referendum che ha sancito che l’acqua è un BENE PUBBLICO e come tale deve essere gestito. E non occorre necessariamente che ci sia una legge dello Stato per la sua attuazione perché, ad esempio, il Comune di Baceno (Valle Antigorio) l’acqua se la gestisce in proprio con molta soddisfazione dei sui abitanti che pagano un utenza bassa con invidia degli abitanti del Comune limitrofo, Crodo e non so se mi spiego, dove il servizio è gestito da una società del varesotto con tariffe decisamente più elevate. Noto che anche a Belgioioso questo è un tema tabù tanto che nessun’altra lista in competizione ne parla.

  1. La sottolineatura è mia []

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