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Uno stato taglieggiatore?

4 Aprile 2015 da Emilio Conti

Questa proprio non la sapevo. Il che conferma il detto che “c’è sempre da imparare”. Qualche tempo fa, suscitando il solito clamore, Beppe Grillo aveva paragonato il sistema fiscale italiano al pizzo mafioso, sostenendo, tanto per calcare ancor più la mano, che quello mafioso era meglio perché il taglieggiato riceve la protezione della mafia stessa che lo lascia vivere, finché paga, tranquillo e lo protegge pure. A differenza del nostro stato che, oltre a taglieggiare i propri cittadini (non tutti in verità), dopo li tortura in altri mille modi. Provocazione a parte, quello di cui sono venuto a conoscenza due giorni fa sembrerebbe dare ragione all’ex comico. Leggete e giudicate voi.

E’ noto che questo è il periodo della dichiarazione dei redditi. E, come tutti gli anni, due giorni fa avevo l’appuntamento presso il CAF del mio sindacato per la presentazione della documentazione per la redazione di tale dichiarazione. Arrivo con qualche minuto di anticipo e aspetto il mio turno in sala d’attesa e mentre sto aspettando sento delle voci con un volume un po’ più alto del normale: sembra una discussione che di lì a poco finisce. Passano alcuni minuti, la porta si apre ed esce un collega che non vedevo da sette anni. “Ciao, come stai? È una vita che non ci vediamo! Tutto bene?” I soliti convenevoli, insomma, fino a quando non mi scappa “Qui anche tu per recuperare un po’ di tasse!”. Al che quello sbotta “Questo è uno stato di m…., (sguardi smarriti delle impiegate) dopo una vita che hai lavorato ti ruba i soldi dalle tasche, altro che recupero!” Parte come un fiume in piena …

“Tu sai che mia moglie ha avuto una serie di problemi di salute, niente di particolarmente grave, ma che richiedevano continui esami di controllo. Inoltre, per questo motivo, ma non solo, ha lavorato saltuariamente per un numero di anni, comunque, che le hanno permesso di maturare una pensione minima. E’ andata in pensione alla fine del 2013 a oltre 65 anni, ed ero qui per fare la dichiarazione congiunta. E cosa scopro? Che tutti i ticket sanitari, nonché le ricevute delle medicine acquistate intestate a suo nome non le posso scaricare perché la sua pensione è talmente bassa che non paga IRPEF per cui non può detrarre niente! Pensavo che facendo la dichiarazione congiunta anche l’IRPEF sarebbe stata congiunta. E invece un c…o! E’ sì congiunta, ma è come se fossero due distinte. Anzi la dichiarazione congiunta manco la posso fare. E’ inutile! Mi è stato consigliato di farmi intestare le fatture mediche a mio nome, ma questo lo posso fare con un medico privato, non con il servizio sanitario! E tu pensa che fino a due anni fa la moglie era a mio carico e potevo detrarre tutto. Adesso che non è più a carico non posso detrarre più niente!” Gli scappa una parolaccia. Azzardo “Ma se tua moglie ha più di 65 anni non può chiedere all’ASL l’esenzione dai ticket proprio per il reddito basso?”. Diventa una furia: “Col c…o! Se vuoi l’esenzione non si deve superare un certo reddito, MA NON PER SINGOLA PERSONA, MA COME NUCLEO FAMIGLIARE! Quindi niente esenzione proprio per il mio di reddito! Vadano a fare in c..o!”

Avete capito il nocciolo della questione? Per il fisco siete persone distinte, per il servizio sanitario no! Per la sanità i redditi si cumulano! Non c’è qualcosa di incostituzionale in tutto questo? Per non parlare di equità! Come si possono usare due pesi e due misure? Semplice, perché lo scopo è quello di arraffare il più possibile e sempre dalle tasche dei soliti noti. Volete un’altra conferma? Da quest’anno le tasse a favore del Servizio (?) Sanitario (?) Nazionale (???) che si pagano nelle polizze assicurative automobilistiche NON si possono più recuperare!

E dopo queste belle notizie, vi auguro una buona Pasqua! 🙁

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